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Monterosso

Il borgo vecchio di Monterosso.

È il borgo più occidentale delle Cinque Terre e quello che presenta una maggiore vocazione turistica. Si divide in due parti, il borgo vecchio, ubicato al centro di una piccola insenatura protetta da una modesta scogliera artificiale, e la parte nuova di Fegina, nella quale si trova il tratto di spiaggia più lunga delle Cinque Terre, indicata dalla prestigiosa rivista “Forbes” nel 2007 come la spiaggia più sexy del mondo. Il limite tra le parti, che sono poste in collegamento fra loro da un breve tunnel, è dato dalla torre medioevale Aurora.

Di probabile origine romana, i cui primi insediamenti risalirebbero intorno all’anno 180 d.c., viene nominato in atti ufficiali intorno all’anno mille, ma solo nel 1214, con l’entrata nei possedimenti di Genova, vi fu la nascita “ufficiale” del borgo che venne fortificato per proteggerlo dalle violenti incursioni saracene, arrivando nel XVI secolo ad essere cinto da ben tredici torri, delle quali ai giorni nostri, ne restano soltanto tre: la Rotonda nel Castello, il Campanile della Chiesa di San Giovanni e appunto la Torre Aurora.

Nella parte del paese “vecchio”, la parte più antica del borgo è quella raccolta al di sotto del castello nella valle del torrente Burranco e solo successivamente il paese si è sviluppato sull’altra sponda. Le case a torre sono divise da viuzze e vicoletti stretti ed intricati dove tra essi sorge la Chiesa di San Battista la cui edificazione venne iniziata intorno all’anno 1200 e terminata solo nel 1300. Un massiccio edificio in stile gotico-genovese con la facciata a paramenti alternati di marmo bianco e serpentino verde.

Merita una visita anche la Chiesa di San Francesco in cui è custodita l’opera della “Crocifissione” attribuita al pittore fiammingo Van Dyck.

La lunga spiaggia di Fegina eletta dalla rivista americana “Forbes” come la “più sexy spiaggia del mondo”.

Nella parte nuova di Fegina, dove è ubicata anche la stazione ferroviaria e dove si estende la restante parte del paese, si può vedere la “Pagoda”, la villa dove il poeta e premio Nobel per la letteratura Eugenio Montale, trascorreva l’estate innamorato di questo “paese roccioso e austero, asilo di pescatori e contadini” come lui stesso scriveva, e fonte di ispirazione di molte sue opere.

L’imponente  statua di ferro e cemento raffigurante il dio Nettuno, conosciuta con il nome “il Gigante”.

Sempre a Fegina, si può ammirare la statua del dio Nettuno, anche se conosciuta dagli stessi abitanti di Monterosso da sempre con l’appellativo “il Gigante”. Fu realizzato dallo scultore ferrarese Arrigo Minerbi nel 1910 dopo 10 lunghi mesi di lavori in cui modellò quest’imponente statua costituita da ferro e cemento, pesante 1700 tonnellate e alta ben 14 metri. In origine “il Gigante”, posto come una polena di nave, reggeva sulle spalle un’enorme conchiglia che era parte integrante della terrazza della splendida Villa Pastine, demolita tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60.

Oggi, ancora tenacemente aggrappato allo sperone di roccia, emana ancora la sua bellezza, sebbene ne resti solo un tronco senza braccia, senza tridente, senza la gamba su cui poggia l’interno movimento, senza la conchiglia che teneva sulle spalle.